Quanto costa annualmente un sito statico?
Tempo di lettura: 7 min
Introduzione
Una mattina mi sono svegliata e ho immaginato di avere un cliente, poniamo il caso di una pizzeria locale, e di dovergli spiegare precisamente quanto costi loro mantenere online un sito statico per un anno.
Anche se so che i costi li copre il cliente, ho pensato che il mio obiettivo da sviluppatrice web dovesse essere quello di fargli spendere il meno possibile. Generalmente, infatti, la maggior parte delle persone che si informano per realizzare il proprio sito web si concentra solo sui costi di realizzazione, senza considerare tutti quei costi necessari a mantenerlo online.
Preciso che con sito statico intendo un sito composto solo da HTML, CSS e JS. Non andrò quindi ad analizzare siti WordPress, che sono di fatto siti dinamici. Ad esempio, il metodo che utilizzo io è quello di realizzare un sito con Next.js e poi usare la sua funzionalità di static export
, ma ci sarà modo di approfondire il mio stack in altri articoli.
A questo punto è iniziata la mia ricerca di mercato, analizzando pregi e difetti di ogni soluzione. Ecco ciò che ho trovato.
Costo del dominio
Il primo costo da considerare è quello del dominio, che è un costo fisso e annuale.
Essendo l’esempio che sto considerando una pizzeria, sceglierei un dominio .it
.
Cercando su Internet i siti più conosciuti che permettono di acquistare un dominio, trovo:
- OVHCloud: costa 9€/anno, ma attenzione: specifica "più l'IVA al 22%", quindi in totale circa 11€/anno.
- Aruba: costa 12€/anno, ma anche qui c’è la dicitura "più l'IVA al 22%", quindi un dominio costa circa 15€/anno.
- Hostinger: qui il prezzo è in dollari, 17$/anno, che col cambio attuale (nel momento in cui scrivo questo articolo) equivale a circa 16€/anno.
- GoDaddy: in questo caso costa 16€/anno, ma non specifica se l’IVA è inclusa o meno.
- Register.it: sembra che costi zero, ma in realtà è solo per il primo anno, cosa che io non sto considerando. Dopo il primo anno, un dominio
.it
può costare anche 25€. Per non parlare di tutti quei servizi aggiuntivi forzati che vengono inseriti e che poi saranno pagati dal secondo anno in poi (da notare che un utente poco esperto, acquistando su questa piattaforma, potrebbe trovarsi un conto molto salato). - Namecheap: molto famoso per l’acquisto di domini, peccato che non supporti i
.it
, quindi è da escludere.
Riassumendo:
Sito | Costo |
---|---|
OVHCloud | 11€/anno |
Aruba | 15€/anno |
Hostinger | 17$/anno ≈ 16€ |
GoDaddy | 16€/anno |
Register.it | 25€/anno |
Namecheap | - |
Quindi, per adesso, solo di dominio siamo a quota 11€/anno scegliendo OVHCloud.

Costo dell'hosting
Ora veniamo al costo dell’hosting, ovvero quel costo dovuto al “noleggio” di un server sul quale far girare il proprio sito.
Aruba Hosting Linux Basic

Per mia esperienza, la maggior parte dei clienti (o degli sviluppatori che lavorano per loro) tende a scegliere Aruba, e in particolare il loro piano Hosting Linux Basic.
Chiedendo le motivazioni, sono emersi principalmente questi motivi:
- Facilità di utilizzo: l’interfaccia grafica guida passo passo in ciò che si deve fare e non servono competenze elevate per utilizzarlo.
- Assistenza in italiano: per quanto mi riguarda, parlare in inglese non è un problema, ma so che per molti lo è, e quindi preferiscono un’assistenza interamente in italiano.
- Traffico e spazio di archiviazione illimitati.
- Costo fisso: non ci sono sorprese in bolletta, e il servizio si può sospendere in qualsiasi momento.
Tuttavia, presenta anche numerosi svantaggi, tra cui:
- Lentezza: ho infatti provato a caricare lo stesso sito sia su Firebase (di cui parlerò dopo) sia su Aruba, e la differenza nei tempi di caricamento era notevole. Va considerato che Aruba utilizza shared hosting, ovvero il sito è caricato su un server condiviso con molti altri. Se uno di questi altri siti consuma molte risorse computazionali, anche il nostro sito ne risentirà.
- Non scala automaticamente: questo significa che, in caso di un picco improvviso di traffico, il sito può diventare molto lento fino a bloccarsi. Non è possibile aumentare le performance (ad esempio aumentando CPU e RAM) se non cambiando piano, il che comporta un costo maggiore.
Il costo per questa soluzione è di 33€/anno.
Netlify

Netlify è un’ottima opzione perché consente di caricare sia siti statici sia siti che utilizzano il rendering lato server (SSR), sfruttando così tutte le potenzialità di framework come Next.js (una tecnologia che permette di costruire siti moderni).
Il piano gratuito offre 100 GB di banda al mese, più che sufficienti per un sito singolo, come quello di una piccola attività locale. Tuttavia, questa banda non è legata a un singolo sito, ma viene ripartita tra tutti i progetti associati a un unico account.
Facciamo un esempio pratico:
- Supponiamo che io, sviluppatrice web, gestisca 5 siti per 5 clienti diversi, ciascuno del peso di circa 5MB.
- I 100GB di banda saranno divisi tra questi 5 siti: se tutti ricevono lo stesso numero di visite, ciascuno avrà a disposizione circa 20GB al mese.
- Questo equivale, indicativamente, a circa 4000 visite mensili per sito.
Il problema nasce se uno dei siti riceve un traffico maggiore degli altri: in quel caso consumerà più banda, riducendo quella disponibile per gli altri clienti.
Una possibile soluzione è passare al piano Pro, che offre 1TB di banda al mese (quindi praticamente infinita) a 240€ l’anno. Tuttavia, questo pone un problema gestionale:
come suddividere equamente i 240€ tra i vari clienti?
- Una divisione netta (240€ ÷ 5 clienti) darebbe 48€/anno a testa, ma un sito con traffico molto basso, come quello di una pizzeria di paese, probabilmente non accetterebbe di pagare quella cifra, dato che consuma pochissime risorse.
- La soluzione più equa sarebbe quella di fare aprire un account Netlify separato per ogni cliente e farsi fornire le credenziali, in modo da avere un piano gratuito dedicato per ciascun sito.
La seconda scelta, sebbene percorribile, comporta una grande complessità nella gestione di più account, che potrebbe portare a fare confusione. Quindi, almeno per adesso, scarterei questa soluzione.
Vercel

Vercel, dal punto di vista del modello di business, è identico a Netlify, e presenta quindi gli stessi svantaggi.
Firebase Hosting

Firebase Hosting è un servizio di Google che permette di caricare il proprio sito statico.
Questa soluzione è particolare perché utilizza la formula "pay as you go", ovvero: se il tuo sito ha zero o comunque poche visite, allora si pagheranno zero o pochi centesimi. Quando invece il business comincia ad avere buoni risultati, si inizia a pagare solo per le risorse effettivamente utilizzate.
Anche qui, elenchiamo i principali vantaggi:
- Progetti separati con un unico account: Firebase, consente di creare più progetti distinti all’interno dello stesso account. Questo ci permette di superare le limitazioni di Netlify perché significa che ogni progetto ha risorse dedicate e costi separati, evitando interferenze tra i vari siti e semplificando la gestione complessiva.
- Velocità: appoggiandosi alla Google Cloud Platform, una delle infrastrutture cloud più grandi al mondo, le performance non possono che essere ottimali. Inoltre, sfrutta varie CDN proprietarie per distribuire i file del sito più velocemente.
- Scalabilità automatica: non è richiesto alcun intervento umano in caso di picchi di traffico o se il sito cresce naturalmente nel tempo. In altre parole, il sito non rallenterà o bloccherà mai in caso di picchi di traffico.
- Paga solo ciò che usi: questo è vantaggioso: ad esempio, se sotto Natale la nostra attività riceve più traffico, si pagherà solo quel picco; passate le feste, con il traffico che torna basso, anche il costo diminuirà.
- Nessuna carta iniziale: inizialmente non è necessario collegare una carta di credito, poiché si rientra nello Spark Plan, che non la richiede.
Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi:
- Traffico limitato: il piano gratuito prevede un limite di 360MB/giorno quindi se un sito pesa 5MB, le visite giornaliere saranno massimo esattamente 72. Oltre questo numero di visite giornaliere, occorre collegare una carta di credito e si comincia a pagare 0,13€/GB trasferito. Il mio consiglio è di spostare immagini e file pesanti su una CDN esterna, in modo da minimizzare il traffico gestito da Firebase.
- Politiche in continuo cambiamento: ho notato che le condizioni del servizio tendono a cambiare spesso. Questa guida è valida oggi, ma potrebbe non esserlo tra qualche anno.
- Competenze per utilizzarlo: per utilizzare questo servizio bisogna avere familiarità con il terminale e con file JSON per la configurazione, cosa non da tutti.
Il costo di questa soluzione, per un sito di una pizzeria locale, si aggira tra 0€ e 1€ al mese, quindi un massimo di 12€/anno, considerando che non prevedo un traffico tale da superare i limiti del piano gratuito.
Utilizzo di una CDN
Come accennato nel capitolo precedente, consiglio l’utilizzo di una CDN (Content Delivery Network) per gestire i file più pesanti del sito, come ad esempio le immagini.
Le CDN sono infrastrutture ottimizzate per la distribuzione di contenuti statici e, proprio perché specializzate nel trasferimento di file di grandi dimensioni, risultano spesso più economiche rispetto al caricamento degli stessi file sul server principale del sito.
Anche in questo caso, ho individuato alcune soluzioni valide.
BunnyCDN

BunnyCDN è una soluzione molto apprezzata, con un’interfaccia grafica intuitiva e facile da usare. I costi sono contenuti: $0.01/GB per il traffico CDN e $0.02/GB per lo spazio di archiviazione.
Va però considerato che è previsto un costo minimo mensile di $1 per il servizio, anche in assenza di traffico. Se invece si supera questa soglia, si pagherà solo in base all’effettivo utilizzo.
Per un sito locale, come quello di una pizzeria, il costo annuale quindi sarà di 12€/anno.
JSDelivr

Un’alternativa sorprendente è JSDelivr, una CDN completamente gratuita, a patto di caricare i propri file (es. immagini) in una repository GitHub pubblica.
Una volta pubblicate, le immagini verranno distribuite tramite CDN sponsor come Cloudflare o la stessa BunnyCDN. In pratica, è come usare Bunny, ma senza pagarlo.
La grandezza massima della repository è di 5GB, oltre questa soglia si iniziano a ricevere mail da parte di GitHub che invitano a ridurne la dimensione.
Lo so, può sembrare strano, ma funziona davvero. Il modello di business si basa sul fatto che, offrendo un servizio gratuito ad alte prestazioni, le aziende sponsor possano poi ottenere visibilità e clienti paganti in altri ambiti.
Conclusione
In conclusione, se il sito ha traffico limitato e si vuole risparmiare, consiglio OVHCloud per il dominio e Firebase Hosting per la politica "pay as you go". Se si preferisce invece un'assistenza in italiano e un sistema "tutto incluso", Aruba resta una scelta comoda, seppur più lenta.
Servizio | Azienda | Costo |
---|---|---|
Dominio | OVHCloud | 11€/anno |
Hosting | Firebase Hosting | 12€/anno |
CDN | JSDelivr | 0€/anno |
Il costo annuale di un sito statico è di 23€/anno.
Detto ciò, non escludo di poter cambiare idea in futuro. Questo articolo sarà infatti in costante aggiornamento, man mano che testerò i servizi offerti dalle varie aziende.
Mi farebbe molto piacere conoscere anche la vostra opinione: potete scrivermi cliccando sul pulsante "Contattami" in alto.
È possibile che mi stia sfuggendo qualcosa, e sarei felice di imparare da chi ha più esperienza di me.